Cari fratelli e sorelle, buona domenica a tutti!

Anche in questo periodo di chiusura e confinamento il tempo scorre veloce, e quasi senza accogerci siamo già nella terza domenica di Pasqua.

Spero che nonostante tutto abbiate potuto celebrare con grande gioia e serenità questa Pasqua, festa centrale della nostra fede. Il Signore risorto ci apre un orizzonte ampio e luminoso dove non ci sarà più spazio per la malattia, il lutto e le lacrime: la morte sarà vinta definitivamente! (Ap 21,4).

Questa speranza pasquale ci aiuta a sopportare i dolori e le perdite che dobbiamo subire in questa terra, oggi per molti ridotta a una valle di lacrime. Anzi, la speranza cristiana -inseparabile della fede e dell’amore- ci spinge ad essere vicini e solidari con quelli che soffrono di più. In fin dei conti, siamo tutti nella stessa barca, come la pandemia del coronavirus ci ha fatto vedere con particolare acuità. È memorabile a questo riguardo la meditazione di Papa Francesco nel atto di preghiera ed adorazione tenuto in piazza san Pietro il passato 27 marzo: Vi invito a rileggerla nel pdf annesso a questo messaggio.

In questi ultimi giorni il graduale miglioramento della situazione sanitaria ci consente di pensare a una prossima ripresa di molte attività che finora rimangono vietate per motivi di sicurezza. In particolare, la possibilità di radunarci per celebrare insieme l’Eucaristia sembra oggi più vicina a realizzarsi. E con essa magari anche potranno riprendere altre attività parrocchiali…

Ma a questo punto vorrei condividere con voi una piccola riflessione, che prende spunto da questa domanda: La auspicata ripresa di una vita sociale -diciamo- normalizzata, sarà semplicemente un ritorno alle stesse abitudini che avevamo prima? Torneremo a vivere e pensare come se non ci fosse successo nulla? Speriamo che la risposta sia negativa, perchè altrimenti non avremmo imparato niente!

Mi spiego: la pandemia del coronavirus, con tutti i suoi effetti devastanti, ci ha fatto sicuramente riflettere e magari vedere meglio certe cose che non vanno bene, e quindi devono cambiare, come anche ci ha fatto aprezzare di più quello che veramente vale la pena, e di cui nella nostre routine quotidiana forse nemmeno ci accorgevamo. Così abbiamo riscoperto il nostro profondo bisogno di stare insieme e di accudire le persone care, il valore degli abbracci e delle carezze, l’importanza di poter viaggiare, praticare lo sport o anche passeggiare tranquillamente, i vincoli che ci uniscono al mondo naturale e a tutti gli altri membri della famiglia umana, la necessità di proteggere i più deboli, magari anche uno stile di vita più sobrio e frugale… e non per ultimo, perchè siamo cattolici, il grande regalo di poter partecipare assiduamente alla celebrazione liturgiche della Chiesa. Ci manca tanto la Santa Messa!

Possiamo immaginare un giorno in cui la pandemia del coronavirus sarà ricordata come un fatto del passato, una antica minaccia di cui ci siamo liberati e che quindi non ha più la capacità di distruggere ed impaurire nessuno. Come l’incubo che si ricorda con sollievo e si racconta scherzosamente una volta che siamo risvegliati. Ma tutto quello che abbiamo scoperto o riscoperto in questo tempo di prova non dovrebbe essere dimenticato ne messo in disparte, perchè costituisce una preziosa lezione di vita!

Di questo tema abbiamo parlato in una recente videoconferenza i redattori abituali del bollettino parrocchiale La Corda. E vogliamo invitare gli altri membri della comunità parrocchiale a partecipare in questa riflessione condivisa, raccontando l’esperienza che state vivendo in questo periodo e tutto quello che alla luce di questa esperienza avete appresso come lezione o come pista da seguire nel futuro. Potete inviar i vostri contributi per e-mail (al mio indirizzo: pre.for.bet@movistar.es) o whatsApp (al numero di cellulare: 0034 619079904) prima del 30 di aprile.

Ma, oltre il messaggio pasquale e l’invito a condividere l’esperienza vissuta, questa lettera d’oggi vuol’essere un atto di gratitudine e di riconoscimento a tutte le persone che, ascoltando la chiamata che avevo lanciato il mese scorso, hanno dato un contributo economico o stanno collaborando in diverse modi con la Parrocchia in questa difficile situazione (acquisto e distribuzione di alimenti per i bisognosi, pulizia e allestimento della Chiesa, ecc.). Ci sono molti donatori anonimi e altri conosciuti che non vogliono nessuna pubblicità, ma sappiate che tutti avete un posto nel mio cuore e -quello che importa di più- che ogni atto di generosità viene registrato nel cielo e non sarà privo di ricompensa (perfino un bicchiere d’acqua fresca! Mt 10,42).

Concludo già con l’invito a diffondere questa lettera e i messaggi annessi del Papa Francesco e del suo Vicario, il Card. Angelo De Donatis. Nel più recente, alle soglie del mese di Maggio, il Papa ci raccomanda la recita del Rosario in famiglia –nel santuario domestico- e ci offre due belle preghiere alla Madonna chiedendo il suo aiuto materno per superare la prova del coronavirus. Al suo Cuore Immacolato affido anch’io tutti voi, con gratitudine e affetto fraterno.

P. Giuseppe cmf.

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