Erano anni di crescita e organizzazione ancora sotto la guida del P. Agostino Gregori. La chiesa si riempiva di nuovi banchi, si acquistavano le stazioni della Via Crucis e cominciava a disegnarsi il Presepe Poliscenico nella cripta. Erano anni di presenze importanti nel nuovo tempio, come la visita di Mons. Fulton Sheen, ausiliare di New York, del Cardinale Stefan Wyszyński, Primato di Polonia, e di numerosi pellegrinaggi. Però qui vogliamo semplicemente segnalare due momenti significativi dell’anno 1957.

BATTESIMO DELL’ INFANTE D.ALFONSO DI BORBÓN E LA SUA TRISTE STORIA (1941)

Leggiamo negli archivi della nostra Basilica: Il 12 ottobre 1941 si celebrò la cerimonia del battesimo dell’Infante di Spagna Alfonso di Borbòn nella Cripta della nostra Basilica, oggi occupata dal Presepe Poliscenico. Erano presenti: S.M. la Regina Vittoria di Battemberg, S.A.R. Don Giovanni di Borbòn, il Principe D. Giacomo di Borbòn, Donna Beatrice di Borbòn col consorte Principe Alessandro di Torlonia, la Casa del Principe delle Asturie con i tre bimbi Pilar, Giovannino (attuale Re di Spagna, D. Juan Carlos I e Margherita, il personale delle Ambasciate Spagnole presso la Santa Sede e il Quirinale… Fecero da madrina S.A.R. l’Infanta Donna Cristina di Borbòn e da padrino Don Alfonso de Orleans. Per tale circostanza fu portata in chiesa l’immagine della Vergine del Pilar, e dopo la cerimonia del battesimo amministrato dal Rev. P. Diego Luna, l’Infante venne presentato e consacrato alla Madonna dalla Madrina S.A.R. Donna Cristina di Borbòn e Battemberg Alfonso era il figlio minore di D. Juan de Borbón, capo della Casa Reale spagnola. Come i suoi fratelli, Juan Carlos e Margherita, Alfonso nacque a Roma (Viale Parioli 112), città nella quale si trovava in esilio la Famiglia Reale spagnola, l’anno 1941. Nell’inverno del 1942, tutta la famiglia si trasferì di nuovo a Losanna, in Svizzera. All’inizio del 1946 si trasferirono un’altra volta, questa volta a Estoril, in Portogallo, città nella quale il conte di Barcellona stabilirà finalmente la residenza della famiglia. Nell’autunno del 1950, Alfonso fu inviato in Spagna a studiare insieme a suo fratello Juan Carlos, l’attuale re di Spagna. Nel marzo del 1956, Alfonso e suo fratello Juan Carlos partirono per il Portogallo. Il 29 marzo 1957, Giovedì Santo, Alfonso iniziò la giornata assistendo con tutta la famiglia alla messa mattutina. La famiglia al completo uscirà ancora una volta, per assistere alla messa vespertina che si celebrava alle sei del pomeriggio. Terminata la celebrazione eucaristica, rientrarono tutti a casa per passare il resto della serata. Intorno alle otto di sera, Alfonso morì per uno sparo accidentale. A causa del maltempo che c’era quel giorno, Alfonso e Juan Carlos si ritrovarono a trascorrere la serata nella sala da giochi della casa. Iniziarono a giocare con una piccola rivoltella, calibro 22 e, a un certo punto, quando Juan Carlos che era in possesso dell’arma, Alfonso fu colpito da uno sparo. Per il suo piccolo calibro, la rivoltella era, di per sé, praticamente inoffensiva a una distanza prudenziale, tranne se si era colpiti in zone vitali, ma quella sera lo sparo colpì Alfonso alla testa, provocandone la morte quasi istantanea. Alfonso fu sepolto il 31 marzo nel cimitero di Cascaes. Al suo funerale, celebrato dal Nunzio Apostolico in Portogallo, assistettero diverse personalità di diversi paesi, tra cui, Francisco Craveiro, presidente della Repubblica del Portogallo, che rappresentava il Governo portoghese. Rimase sepolto in Portogallo per trentasei anni fino a quando, su richiesta di suo padre, fu trasferito in Spagna. Il 13 ottobre 1993, fu sepolto al Monastero di El Escorial, nel Pantheon degli Infanti.

LA PRIMA MESSA DI MONS. OSCAR ROMERO, MARTIRE (1942)

ll 5 aprile 1942, giorno di Pasqua, il giovane sacerdote Oscar Romero, che poi diventerà vescovo di San Salvador e Martire, celebrava la sua prima Messa nella cripta della nostra Parrocchia, attualmente occupata dal Monumentale Presepio Poliscenico. Leggiamo nel Bollettino dei Missionari Clarettiani dell’epoca: Il giorno di Pasqua del 1942, nella Cripta celebra la sua prima Messa solenne Oscar Romero del Collegio Pio Latino Americano, nativo della Repubblica del Salvador, molto affezionato ai nostri Padri. Faceva da presbitero assistente il M.R.P. Andrea Resa. La Messa per il neo-sacercote fu una vera apoteosi” (Bollettino interno della Provincia Italiana). Oscar Arnulfo Romero nacque da un’umile famiglia, in El Salvador, il 15 agosto 1917. Fin da piccolo manifestò il desiderio di essere sacerdote, ed entrò nel seminario minore dei Missionari Clarettiani, per poi passare in seguito ai gesuiti. Fu scelto per completare i suoi studi a Roma, e qui nel 1942, si ordinò sacerdote all’età di 25 anni. Continuò i suoi studi teologici a Roma fino a quando dovette rientrare in El Salvador a motivo della seconda guerra mondiale. Nel 1970, fu ordinato vescovo, scegliendo come motto per il suo ministero “Sentire con la Chiesa”. La sua prima missione episcopale la esercitò come ausiliare dell’arcidiocesi di San Salvador. Più tardi, nel 1974, fu nominato vescovo della diocesi di Santiago de Maria, la più nuova delle diocesi. Proprio in quel periodo, la situazione di violenza in El Salvador andava crescendo, mentre la Chiesa iniziava a sperimentare la persecuzione. In un ambiente di crescente ingiustizia, violenza e paura, Mons. Romero fu nominato Arcivescovo di San Salvador nel 1977. Aveva 59 anni e la sua nomina fu per molti una grande sorpresa. Il 12 marzo 1977, si apprese la terribile notizia dell’assassinio del Padre Rutilio Grande, grande amico di Mons. Romero. A partire da quell’assassinio l’arcivescovo iniziò ad essere un implacabile protettore della dignità degli esseri umani, soprattutto dei più poveri. Le sue omelie domenicali si convertirono in qualcosa di grandemente atteso. L’azione pastorale di Romero incontrò grandi opposizioni. Per questo motivo, Mons. Romero cominciò a soffrire una campagna molto dura e opprimente contro di lui. Domenica 23 marzo 1980 Mons. Romero, tenne la sua ultima omelia, che fu considerata da alcuni come la propria sentenza di morte a causa della durezza della sua denuncia: “in nome di Dio e di questo popolo che soffre… vi chiedo, vi scongiuro, vi ordino in nome di Dio, CESSATE LA REPRESSIONE”. Proprio quel 24 marzo del 1980 Monsignor OSCAR ARNULFO ROMERO GALDAMEZ fu assassinato da un colpo preciso, più o meno verso le 18,25 mentre celebrava l’eucarestia nella Cappella dell’Ospedale La Divina Provvidenza, esattamente nel momento in cui stava preparando l’altare per ricevere il Corpo di Gesù. In occasione del XIII anniversario del suo assassinio, nel 1993, fu presentata all’allora arcivescovo Rivera Damas, la richiesta di introdurre la causa di Canonizzazione di Mons. Oscar A. Romero Galdámez. Siamo in attesa di una decisione definitiva favorevole alla sua canonizzazione. Mons. Oscar Romero conservò per tutta la vita una grande vicinanza con i Missionari Clarettiani e con questa casa di Roma. Nel nostro archivio conserviamo un suo autografo del 1972, nel quale ricorda i suoi inizi nel seminario di El Salvador e anche la sua prima Messa nella nostra Parrocchia.

 

 

 

Una festa con processione del Cuore di Maria

In quel tempo si celebrava il 22 agosto, anche se si spostava la solennità alla domenica seguente. Le celebrazioni cominciarono il 18, dopo le ferie del Ferragosto, tempo sempre di caldo ed esodo estivo. Quell’anno la predica fu tenuta da Mons. Pasquale Queremba, vescovo di Gallipoli. La processione si tenne sabato 24 con la presenza di un gruppo di 250 pellegrini tedeschi. Nella foto possiamo contemplare il passaggio della processione per la attuale Via Sacro Cuore di Maria.

ROMA INTITOLA UNA DELLE SUE VIE AL SACRO CUORE DI MARIA (1947)

Precisamente é una delle vie che partendo da Piazza Euclide dove sorge la facciata del nostro Tempio Votivo Internazionale, sbocca nella Piazza Parco della Rimembranza. Nel mese di novembre del 1947, per suggerimento del dott. Pietro Sommariva, il P. Diego Luna, Parroco della Parrocchia del Cuore I. di Maria in Piazza Euclide ai Parioli inoltrò una supplica al Comune di Roma, chiedendo il cambiamento del nome di Via dell’Acqua Acetosa in Via del Cuore Imm. Di Maria e motivò efficacemente la domanda, che non fu accolta in un primo momento. P. Luna non si perdette d’animo e indirizzò un Pro-Memoria agli onorevoli Deputati Dott. Carmine De Martino e Avv. Prof. Camillo Corsanego, affinché s’interessassero presso l’Assessore preposto alla Commissione Consultiva di Toponomastica, Avv. Conte Paolo Dalla Torre a favore della nostra proposta. Ma anche questa volta la proposta trovò l’opposizione degli esponenti di sinistra con il pretesto che troppe sono le vie nella città di Roma intitolate ai nomi dei santi. Risposero efficacemente i Consultori democristiani e in particolare il Presidente Conte Della Torre, in modo che nella susseguente seduta del 26 luglio 1948, venne deliberata la modifica desiderata e richiesta. Il giorno 10 novembre 1948 fu rimossa dagli operai del Comune la tabella Via dell’Acqua Acetosa e venne murata sulla parete orientale del nostro Villino Claret una lapide in marmo con la denominazione “Via del Sacro Cuore di Maria”. Deo gratias.

QUELLA SETTIMANA MARIANA DEL 1954

Era l’Anno Mariano di 1954. L’allora Tempio Votivo del Cuore di Maria volle cellebrarlo con solennità: una Settimana Mariana alla fine del mese di Maggio.Le cellebrazioni si svolsero nel braccio sinistro della Basilica del Cuore di Maria, davanti al quadro dell’Assunta di Pietro da Cortona. Presenza di numerosi Prelati: dal Cardinale Aloisi Masella all’Acivescovo clarettiano di La Paz (Bolivia) Abele Antezana; da Mons. Fulton Sheen, Ausiliare di New York, al vescovo clarettiano del Chocó (Colombia) Pietro Grau e a Mons. Biagio Budelacci, Ausiliare di Frascati.Alcuni Onorevoli: Giulio Andreotti, il politico con il maggior numero di incarichi di presidente del consiglio (7) e di ministro (27) nella storia della repubblica. Camillo Corsanego, Giurista e Costituente, fra i Padri Fondatori del Partito Popolare Italiano e della Democrazia Cristiana. Domenico Magrì, Ministro del Turismo e dell’Industria. Nicola Cavallaro…Il Coro Polifonico Romano e grandi musicisti: Maestro Gastone Tosato, Felice Luzi, tenore, Michele Bernocco, baritono. E, come no, il Rdmo. P. Generale dei Missionari Clarettiani, Peter Schweiger, e tutto il suo Governo e comunità.Lasciamo qui soltanto il commento del cronista, P. Francesco Husu, alla conferenza dell’On. Andreotti: “Quando il pubblico si fu tutto disposto, entrò l’oratore ufficiale di questa prima giornata, l’On. Dott. Giulio Andreotti. La sua conferenza, sul tema: “Maria nella vita cattolica d’Italia”, fu preceduta dall’esecuzione dei primi tre canti del programma musicale, che sono stati cantati dal Coro Polifonico Romano in pieno. Lungo sarebbe, anche a volerne dare un breve sunto, il ridire ciò che con parola facile e sentita, ha saputo dirci l’On. Andreotti della presenza di Maria nelle molteplici fasi della storia e dell’attivita di un popolo così intimamente impregnato di cristianesimo, come il popolo italiano. L’applauso sincero tributato al caro On. Andreotti, anche per i suoi frequenti e affettuosi accenni alla sua Parrocchia e al suo Tempio Parrocchiale, erano un segno chiaro che egli aveva saputo toccare delle fibre particolarmente sensibili al pubblico che lo aveva seguito con attenzione e con amore”.Il ciclo di conferenze concluse il 28 maggio perché quel giorno c’erano avvenimenti di maggiore portata a Roma, quale la canonizzazione del Beato Pio X.

INAUGURAZIONE DELL’ORGANO DEL TEMPIO (1954)

Dal 14 agosto di 1954 le funzioni sacre acquistarono un nuovo lustro e splendore con il suono potente e armonioso dell’organo elettrico installato da casa Mascioni che aveva il suo stabilimento principale a Cuvio (Varese). Quel giorno, alla fine della funzione della Novena al Cuore di Maria, fu solennemente benedetto da Mons. Luigi Traglia, Vicegerente del Vicariato di Roma, e in seguito si scatenava in armonia sotto le dita del famoso organista Maestro Ferruccio Vignanelli, professore di organo e presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma. Fu un concerto magistrale in cui sfilarono figure di spicco della musica di organo come Cesare Frank, Bach, Schumann, Pasquini, Torres , ecc. Davanti ad un folto e attento pubblico, precedentemente invitato alla cerimonia. Fu una dimostrazione della dignità di questo organo per il nuovo tempio, e con la sufficiente capacità di riempire le sue magnifiche arcate e volte. L’organo si compone di 52 registri, e la suoneria, composta da 3.200 tubi, è graziosamente posta sui tre archi centrali dell’abside e il corridoio che c’è dietro di esso, formando come una piccola città con le sue strade e blocchi. La consola fu installata sul lato sinistro del coro, tra i due pilastri che sostengono l’arco laterale. Il costo raggiunse una somma cospicua, come lascia supporre, fu possibile affrontare il costo grazie a un importante contributo da parte del Governo italiano, proveniente dai fondi destinati al Culto.

CONSACRAZIONE EPISCOLALE DI GIUSEPPE M. SENSI (1955)

Il futuro cardinale Giuseppe Maria Sensi era il sesto dei dieci figli dell’onorevole Francesco Sensi, membro del direttorio del Partito popolare e presidente per molti anni della Azione cattolica calabrese. Nacque a Cosenza (Italia) il 27 maggio 1907. Negli anni cinquanta abitava a Via Tuccimei nº 1. E come nostro parrocchiano e sacerdote veniva frequentemente a celebrare al nostro tempio prima di recarsi alla Segreteria di Stato dove lavorava. Nominato vescovo scelse la nostra basilica per la sua consacrazione episcopale. Questa doveva celebrarsi il giorno 24 luglio del 1955. Ma la chiesa mancava di un ornamento fondamentale: il mosaico del Cuore di Maria e gli angeli, che stavano per arrivare. Questa circostanza intervenne decisamente a far terminare nel corso di poche settimane questo capolavoro in onore del Cuore di Maria. Quel 24 luglio tutto era pronto per l’ordinazione episcopale. Ma mancava ancora un rito imprescindibile: al meno la preconsacrazione dell’altare. La mattina del 23 luglio, ufficiando Mons. Luigi Traglia, si fece la consacrazione. La domenica 24 luglio il cardinale Valerio Valeri, Prefetto della Congregazione dei Religiosi, conferì la Consacrazione episcopale al nostro illustre parrocchiano Mons. Giuseppe Maria Sensi, Arcivescovo eletto tit. di Sardi, Nunzio Apostolico in Costa Rica. Fungevano da vescovi consacranti Carlo Confalonieri, Prefetto della Congregazione dei Seminari ed Egidio Vagnozzi, Nunzio Apostolico delle Filippine. Dopo il sacro Rito il novello Arcivescovo, in una sala dell’attigua casa generalizia dei Clarettiani, ricevette l’omaggio delle personalità e degli amici. Il nuovo Nunzio in Costa Rica aveva avuto l’incarico di segretario della Nunziatura apostolica di Bucarest, nel 1938 fu destinato a quella di Berna. Trascorso un anno come consigliere nella Nunziatura di Bruxelles, nell’aprile del 1947 – dopo un breve incarico in Segreteria di Stato – fu inviato nella Nunziatura di Praga. Dal 1949 al 1953 fu nuovamente impegnato in Segreteria di Stato con l’incarico di curare gli affari delle organizzazioni cattoliche internazionali, incarico che gli valse la nomina ad Osservatore permanente della Santa Sede presso l’UNESCO. Nominato da Pio XII Nunzio Apostolico in Costa Rica, l’anno dopo fu inviato in Terra Santa come delegato apostolico, ed anche in tale incarico dette prova di grande capacità ed umanità nell’assistenza ai rifugiati arabi. Da 1962 al 1967 fu Nunzio apostolico in Irlanda, e da qui passò alla Nunziatura di Lisbona fino al 1976. Fu creato Cardinale da Paolo VI nel Concistoro del 24 maggio 1976, Diacono dei Ss. Biagio e Carlo ai Catinari (poi del Titolo di Regina Apostolorum). Il Card. Sensi morì il 26 luglio 2001, presso la Clinica Pio XI di Roma, dove era ricoverato da alcuni giorni.

L’inaugurazione della cappella di San Giuseppe

Il 17 novembre dell’anno 1957 si inaugurava, a spese del Cardinale clarettiano Arcadio Mª Larraona, la cappella di San Giuseppe, raffigurato in un bel mosaico della scuola vaticana. In questa cappella riposano i resti del Cardinale.

Basilica minore (1959)

L’anno 1959 si apre una nuova tappa del tempio con l’elevazione a Basilica Minore e l’arrivo di un nuovo parroco: il P. Renato Logar. Il 23 maggio 1959 Papa Giovanni XXIII, con breve messaggio apostolico, dichiarava il tempio votivo internazionale del Cuore di Maria BASILICA MINORE. La funzione della celebrazione del nuovo titolo fu tenuta dal Cardinale Clemente Micara. Allo stesso tempo si prepararono le grandi cerimonie della sua Dedicazione. Queste ebbero luogo il 30 aprile nel pomeriggio e il 1º maggio. Nella mattinata fu celebrato il rito da Mons. Luigi Traglia, Vicegerente di Roma. Fu allora che si seppe la recente nomina del P. Renato Logar come parroco in sostituzione del P. Gregori. Durante i due primi anni accadero cose importanti e si realizzarono belle opere:la venuta trionfale della Madonna di Fatima nella Basilica; l’inaugurazione della Cappella Eucaristica con mosaici del Vaticano e belle decorazioni; l’inaugurazione della mensa marmorea dell’altare di Sant’Antonio Mª Claret e del Sacro Cuore; la sistemazione del campo sportivo; la settimana del Vangelo, ecc.. Nell’anno 1962 si innaugurava il Concilio Vaticano II. Le funzioni propiziatrici “pro Concilio Oecumenico” furono frequenti e solenni nella Basilica. Il giorno 23 ottobre, festa di Sant’Antonio Mª Claret (Padre Conciliare del Vaticano I), i vescovi clarettiani presenti al Vaticano II, le quattro comunità clarettiane romane, e i fedeli della parrocchia, portarono in processione la reliquia insigne del Santo implorando la sua protezione sui lavori del Concilio appena inaugurato. Il 5 febbraio del 1965 Papa Paolo VI dichiarava la Basilica di Titolo Cardenalizio.

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