Venerabile Servo di Dio Arcivescovo Fulton Sheen

Nei primi anni dell’inaugurazione della Basilica fu presente spesso questo santo Arcivescovo, allora Ausiliare di New York. Ricordiamo un pellegrinaggio coi fedeli di Monaco di Baviera nell’anno 1957, e le varie celebrazioni della Santa Messa nella nostra Basilica. Fulton J. Sheen  fu uno dei primi e più celebri telepredicatori cattolici, prima via radio e successivamente per televisione. Tra il 1962 e il 1965, F. J. Sheen partecipò come padre conciliare a tutte e quattro le sessioni del Concilio Vaticano II. Nel 1966 venne posto a capo della diocesi di Rochester, dalla quale rassegnò le dimissioni per raggiunti limiti d’età nel 1969. Morì il 9 dicembre 1979. Il suo corpo riposa nella cripta della cattedrale di San Patrizio a New York. Nel 2002 sono state aperte le pratiche per la canonizzazione di F. J. Sheen, che ha ricevuto pertanto l’appellativo di “Servo di Dio”. Il 28 giugno 2012 Benedetto XVI ne ha dichiarato le Virtù Eroiche attribuendogli così il titolo di Venerabile.

 

Servo di Dio Cardinale Stefan Wyszyński

Nel 1957 lo troviamo nella nostra Basilica a presiedere la solenne processione mariana del 31 maggio. Il cardinale polacco Wyszyński in quell’epoca era Primate di Polonia. Svolse un ruolo determinante non solo nell’evoluzione dei rapporti tra la Chiesa cattolica e lo Stato a regime comunista, ma nello stesso sviluppo della storia del suo paese durante la Guerra Fredda. La moderazione del cardinale venne giudicata eccessiva dagli ambienti più conservatori della Curia romana. Quando il primate polacco, nel 1957, poté compiere il suo viaggio a Roma per rendere visita a papa Pio XII dovette fare alcuni giorni di anticamera. Grande amico di papa Giovanni Paolo II, il suo funerale fu un evento nazionale a cui non poté assistere il Papa perché ancora ricoverato al Policlinico Gemelli dopo l’attentato del 13 maggio, appena 15 giorni prima della morte del cardinale. La causa di canonizzazone è stata introdotta il 29 maggio 1989 per iniziativa di papa Giovanni Paolo II. Il 6 febbraio 2010 la causa ha terminato la sua fase diocesana ed è stata trasmessa alla Congregazione per le Cause dei Santi.

San Giovanni Paolo II

Visita Pastorale: Il 13 dicembre 1981 San Giovanni Paolo II faceva la Visita Pastorale alla nostra parrocchia. Molti ancora lo ricordano. Pocchi minuti dopo le 16 arrivava davanti alla basilica. Ad attenderlo erano il Cardinale Vicario Ugo Poletti, il vescovo ausiliare Alessandro Plotti, il parroco P. Tullio Vinci. Il Papa rivolse subito ai fedeli raccolti davanti alla chiesa le prime parole di saluto: “Saluto tutti i presenti, i parrocchiani, gli abitanti di questa parrocchia dedicata al Cuore Immacolato di Maria. Dopo la festa della Concezione Immacolata di Maria ci troviamo in questa parrocchia dedicata allo stesso mistero. Ci auguriamo che la visita porti a noi tutti uno spirito approfondito della comunione cristiana ed umana; uno spirito di amore e di pace, perché l’Immacolata è la Regina della pace. Auguro a tutti i presenti e a coloro che non possono partecipare alla Santissima Eucaristia “buon Natale”. Che il Signore, per intercessione della Madre Immacolata, benedica le vostre famiglie, i vostri ammalati, i vostri giovani, tutte le vostre case. Con questo saluto ed augurio inizio la visita pastorale nella vostra parrocchia”. Poi il Santo Padre fece un breve tratto di strada per raggiungere la sala del cinema “Euclide”, dove si erano riuniti i vari gruppi di ragazzi e giovanissimi. “Incontro i vostri genitori, insegnanti, sacerdoti, suore e sopratutto, voi, ragazzi e ragazze della parrocchia del Cuore Immacolato di Maria. Durante questo incontro voglio chiedervi: qual è l’incontro più importante? Con chi?…”. Ho detto che la preghiera è un incontro con il Signore. Ora aggiungo che la catechesi è la preghiera: non si può fare catechesi in altro modo se non pregando, se non sviluppando i contenuti e lo spirito della preghiera”.  Impartita la Benedizione, il Papa si avviò verso la chiesa per la celebrazione della Messa. In Sagrestia lo aspettava il Ministro degli Esteri D. Emilio Colombo. Alla celebrazione assistettero alcuni fedeli provenienti dalla parrocchia terremotata di S. Eustachio di Santoro di Avellino. Dopo la Messa il Papa riprese il cammino per andare ai successivi incontri previsti: campo di bocce, suore delle diverse congregazioni operanti in parrocchia, eppoi l’incontro con Consiglio Pastorale. “Il vostro è un Consiglio, cioè una comunità dove si cercano non solo i consigli, ma anche sensibilità per i problemi della vita, i problemi umani, i problemi cristiani. Soltanto la sensibilità può portare alla sensibilizzazione di un ambiente. La strada che avete scelto è molto giusta. La vostra strada vi porta anche all’approfondimento della catechesi, dei contenuti e dei valori della nostra fede”. Poi in una sala attigua al cinema “Euclide” incontrò i diversi gruppi di apostolato parrocchiale. E finalmente l’incontro coi giovani nel teatro, rispondendo il Santo Padre alle loro domande.

Cardinale Clemente Micara

Come Cardinale Vicario della Diocesi di Roma dal 1951 alla sua morte, è venuto spesso nella nostra Basilica. Fu lui a benedire e inaugurare nel 1952 il nostro Tempio e la Curia Generalizia dei Missionari Clarettiani. Nel 1953, inoltre, inaugurò il Monumento ricordo della Consacrazione di Roma al Cuore di Maria che si trova nella cappella della Madonna di Pompei. Papa Pio XII lo elevò al rango di Cardinale nel Concistoro del 18 febbraio 1946. Egli si mise in luce per aver costruito nella Città Eterna, nel periodo della grande espansione cittadina del dopoguerra e del boom economico, più di cento chiese. Partecipò a due conclavi, nel 1958 e nel 1963. Morì, dopo una lunga malattia, l’11 marzo 1965. Suonatore di violoncello, frequentava il Castello reale di Laeken dove partecipava a serate musicali del trio della Regina Elisabetta del Belgio. Amico personale di Giacomo Puccini, gli portò conforto nell’ultimo periodo della sua vita quando era ricoverato nella clinica del prof. Ledoux a Bruxelles, e lo assistette fino alla fine amministrandogli l’unzione degli infermi e gli altri sacramenti (1924).

 

Cardinale Luigi Traglia

Il secondo cardinale titulare è più vicino a noi perché si tratta di un missionario clarettiano: il cardinale Arcadio Ma Larraona. Nel 1955 ha consacrato l’Altare maggiore del Tempio e, successivamente l’altare di Sant’Antonio Mª Claret. Nel 1959 ha consacrato il Tempio, dichiarandolo Basilica Minore. Collaborò con il Vicario di Roma, Cardinale Clemente Micara, venendo creato cardinale da Giovanni XXIII nel Concistoro del 28 marzo 1960. Lo stesso giorno fu nominato Pro-vicario generale della Diocesi di Roma. Partecipò a tutte le sessioni del Concilio Ecumenico Vaticano II e prese parte al Conclave del 1963. Alla morte del Cardinale Micara, Paolo VI lo nominò, il 30 marzo 1965, suo Cardinale Vicario, ufficio che ricoprì per meno di tre anni. Morì in Roma il 22 novembre 1977. Negli anni in cui fu Vicegerente, poi Pro-vicario di Roma, egli conferì l’ordinazione sacerdotale a numerosi seminaristi, italiani e stranieri; tra di essi un buon numero divenne successivamente Vescovo e Cardinale, come Angelo Rossi, Julius August Döpfner, Salvatore Pappalardo, Raúl Francisco Primatesta, Eduardo Martínez Somalo e Camillo Ruini.

DA MINISTRO DI STATO A MINISTRO DIDIO P. LUIS IGNACIO ANDRADE, CLARETTIANO

Poteva diventare il primo candidato conservatore del Fronte Nazionale alla Presidenza della Repubblica della Colombia, ma decise di abbandonare la politica per diventare Missionario Clarettiano.Poteva diventare il primo candidato conservatore del Fronte Nazionale alla Presidenza della Repubblica della Colombia, ma decise di abbandonare la politica per diventare Missionario Clarettiano. Il giorno in cui Luigi Ignazio Andrade decise di chiudere la sua carriera politica per diventare sacerdote coincise con l’ultimo giorno in cui il paese vide ancora in vita l’allora leader massimo e capo unico del Partito Liberale, Jorge Eliécer Gaitán, nel 1948. Quel venerdì, Andrade Díaz, che era ministro dei Lavori Pubblici di Mariano Ospina Pérez, seppe che sua moglie, Felisa Manrique, aveva un tumore; i suoi giorni erano contati. Quel giorno Luigi Ignazio Andrade, un conservatore tutto di un pezzo, fece una promessa che avrebbe potuto influire irrimediabilmente sulla sua candidatura presidenziale. Offrì la salute di sua moglie all’allora beato Antonio Maria Claret, e gli chiese che gliela conservasse per un po’ di tempo ancora, e lui, in cambio, sarebbe entrato, per essere sacerdote, nella Comunità Clarettiana quando la moglie sarebbe deceduta. Luigi Ignazio Andrade, anche se fu concepito nella città di Neiva, nacque il 5 febbraio 1894 ad Altamira (Huila). Per aiutare a risollevare dalla povertà che in quel periodo attanagliava la sua famiglia, raccoglieva legna e la vendeva ai fornai. Ottenuto il titolo di baccelliere, il futuro fra’ Anselmo di Santa Quitería, partecipò a una lotteria per vincere una borsa di studio e studiare nella capitale. La carriera pubblica di Andrade decollò presto e in pochi anni arrivò a occupare i ministeri dei Lavori Pubblici e di Governo. Nel 1953, Andrade era già un promettente leader politico, sufficiente almeno per essere inviato all’incoronazione della regina Elisabetta II d’Inghilterra. Erano i giorni precedenti il colpo di stato militare del generale Gustavo Rojas Pinilla. Il 15 giugno, Andrade rinunciò al Direttorio Nazionale Conservatore e a poco a poco alla sua vita politica. Le sue successive apparizioni pubbliche saranno associate al chiamato “squadrone suicida”che faceva opposizione al governo del generale. Alcuni anni dopo, e ancora sotto la dittatura di Rojas Pinilla, nel dicembre del 1956, la Signora Felísa morì e, con lei, la vita politica del suo sposo. Fino a qual momento, Andrade veniva considerato come il sicuro candidato dei conservatori alla Presidenza della Repubblica, con il sostegno di Laureano Gómez. Contro ogni pronostico, Luigi Ignazio Andrade, a un mese dalla morte di sua moglie, decise di unirsi alla Comunità Clarettiana e di dedicarsi ai lavori sociali. Morì a Neiva, Colombia, il 30 dicembre 1966. Questo politico e santo uomo fece la sua prima professione religiosa nelle mani dell’allora P. Generale, P. Pietro Schweiger, in una cappella della nostra parrocchia del Cuore di Maria di Roma il giorno 19 marzo 1958 (qui lo vediamo in una foto di quel momento), e nel 1959, sempre a Roma e nella stessa cappella, venne ordinato sacerdote.

SERVO DI DIO CARDINALE ANGEL HERRERA ORIA (1965-1969)

Pochissimi sanno che questo Cardinale, di cui è introdotto il processo di Canonizzazione, è stato il primo Cardinale Titolare della nostra Basilica del Sacro Cuore Immacolato di Maria ai Parioli. Fu Papa Paolo VI a elevare nel 1965 la Basilica a Titolo Cardinalizio, nominando come primo Titolare il Cardinale Ángel Herrera Oria. È, per questo, importante conoscere qualcosa di più della sua vita e il motivo per cui è stato introdotto il suo processo di Beatificazione e Canonizzazione. Ángel Herrera Oria nacque a Santander (Spagna). il 19 dicembre 1886. Organizzatore dell’Azione cattolica, dal 1911 si dedicò all’attività giornalistica entrando nella redazione e poi assumendo la direzione del Debate, uno dei più importanti quotidiani di Madrid.  Venne ordinato sacerdote a 53 anni, dopo una fruttuosa vita professionale caratterizzata dall’avvocatura, dal giornalismo e dall’azione sociale. Quando viene proclamata la II Repubblica Spagnola nel 1931 Herrera Oria, si recò a Friburgo (Svizzera) dove iniziò la carriera ecclesiastica nel seminario di San Carlo, e viene ordinato sacerdote il 28 luglio 1940. Non rientra in Spagna sino all’anno 1943. Da una posizione indiretta e in modo vocazionale non abbandona la politica e nel 1945 viene inviato a Roma e a Losanna dal ministro degli Affari  Esteri per sondare  l’atteggiamento della Santa Sede circa ad un ipotetico accordo tra il generale Franco e Juan di Borbone. Il 12 ottobre del 1947 viene nominato vescovo di Malaga. Partecipò al Concilio Vaticano II prendendo parte alle discussioni intorno Allo Schema sulla Chiesa e il mondo moderno e al compimento dei settantacinque anni si dimette dalla sede di Malaga su richiesta del papa Paolo VI e il 25 gennaio del 1965 viene creato cardinale. Il 28 luglio 1969 morì a Madrid. Il 25 gennaio del 1996 il Cardinale di Madrid, monsignor Antonio Maria Rouco Varela, ha firmato il decreto per l’introduzione della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio.

CARDINALE ARCADIO MARIA LARRAONA (1969-1973)

Il secondo cardinale titulare è più vicino a noi perché si tratta di un missionario clarettiano: il cardinale Arcadio Ma Larraona. Il cardinale Larraona nacque a Navarra, Spagna nell’anno 1887. Entrò nella Congregazione Clarettiana nel 1903. Ordinato sacerdote nel 1911, fu subito destinato a Roma, Via Giulia, dove si distinse come eccellente studente di diritto e poi come professore all’Apollinare. Nel 1929 iniziò la carriera nelle Sacre Congregazioni Romane, nel 1950 fu nominato Segretario della Congregazione dei Religiosi, nel 1959 fu nominato Cardinale e nel 1962 Prefetto della Sacra Congregazione dei Riti, e in quello stesso anno fu consacrato vescovo. Presiedette la Commissione Liturgica del Concilio Vaticano II. Nel 1968 rinunciava dall’incarico di prefetto ed era nominato Camerlengo del sacro Collegio Cardinalizio. Morì nel 1973, e venne sepolto nella nostra Basilica. La sua lapide sepolcrale la possiamo vedere nella Cappella di San Giuseppe, che egli restaurò e inaugurò il 17 novembre 1957. Nel novembre del 1969 il P. Larraona veniva nominato cardinale titolare della nostra Basilica. Riprendiamo dall’Osservatore Romano la notizia della sua presa di possesso: «Il 16 novembre, sua Eminenza, il cardinale Arcadio Ma Larraona prese possesso del suo nuovo titolo presbiterale, la basilica del Cuore Immacolato di Maria. Succede al cardinale Herrera Oria, che fu il primo titolare della stessa, giacché questo tempio fu elevato a titolo cardinalizio da Paolo VI dopo il concistoro del 1965. Il cardinale Larraona fu accolto all’ingresso del tempio dal Superiore Generale della Congregazione Clarettiana, dal Governo Generale, dal Parroco, P. Guglielmo Rozo, dal clero della parrocchia e da numerosi fedeli. Dopo la lettura della bolla pontificia e dell’omaggio tributato dai clarettiani al loro primo cardinale, il Superiore Generale gli rivolse un saluto specialissimo a nome della Comunità Parrocchiale, mettendo in risalto la preziosa collaborazione prestata dal nuovo titolare all’erezione del tempio. Tra le personalità che parteciparono alla cerimonia vi erano l’Ambasciatore di Spagna presso la Santa Sede, Don Antonio Garrígues; gli Ambasciatori di Guatemala, Cuba e Paraguay; l’Assessore della Segreteria di Stato, Mons. Sanza VIllalba; il Ministro Generale dei Domenicani, P. Aniceto Fernández; il vescovo di Albano, Mons. Macario; il Superiore Generale dei Carmelitani, p. Michelangelo de San José; rappresentanti della Curia Generalizia dei Gesuiti, degli Agostiniani, ecc. e le Superiore Generali di diversi Istituti».

CARDINALE LAWRENCE TREVOR PICACHY (1976-1992)

Il terzo cardinale titolare della nostra Basilica fu il cardinale Lawrence Trevor Picachy, arcivescovo di Calcutta (India). Nacque nel 1916 nel Bengala Occidentale (India), studiò dai gesuiti entrando nel noviziato, come il suo fratello maggiore, nel 1934. Fu ordinato nel 1947. Nell’anno 1962 fu nominato vescovo di Janshedpur, nella regione di Bihar. Partecipò al Concilio Vaticano II. Fu promosso all’arcidiocesi di Calcutta nel 1969. Il 24 maggio 1976 fu elevato alla dignità cardinalizia, ricevendo il titolo della nostra Basilica del Sacro Cuore Immacolato di Maria. Il 30 maggio 1976, si celebrò la presa di possesso del titolo, a cui assistettero numerose personalità. Nella foto lo vediamo nel momento in cui entra in Basilica. Anche dopo ha sempre mantenuto un regolare rapporto con noi, specialmente durante le sue visite a Roma; in quei giorni approfittava per celebrare l’Eucaristia in Basilica e per incontrare i fedeli della parrocchia. Si creò una specie di gemellaggio tra la Parrocchia e la Diocesi di Calcutta. Ebbe un rapporto molto intenso con la Beata Madre Teresa di Calcutta. Morì il 29 novembre 1992.

CARDINALE JULIUS RIYADI DARMAATMADJA (1994...)

Quarto cardinale titolare. Nato a Muntilna, piccolo centro dell’arcidiocesi di Semarang, sull’isola indonesiana di Giava, studia presso il seminario minore di St. Peter Canisius di Magelang dal 1951 e nel 1957 entra a far parte della Compagnia di Gesù. Ordinato sacerdote il 18 dicembre 1969, il 29 giugno 1983 viene consacrato arcivescovo di Semarang, per poi diventare ordinario dei cattolici nelle Forze Armate di Indonesia e presidente della Conferenza episcopale indonesiana per due mandati (1988-1997 e 2001-2006). Papa Giovanni Paolo II gli conferisce la dignità cardinalizia con il titolo di Sacro Cuore Immacolato di Maria ai Parioli durante il concistoro del 26 novembre 1994, mentre nel 1996 è nominato arcivescovo metropolita di Giacarta. Il 28 giugno 2010 papa Benedetto XVI accetta la sua rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Giacarta per raggiunti limiti d’età. Il 21 febbraio 2013 annuncia che, per motivi di salute, non raggiungerà Roma per partecipare al conclave che ha eletto il successore di Benedetto XVI, Papa Francesco.

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