Sacro Cuore Immacolato di Maria ai Parioli

Il 7 dicembre 1952 si inaugurava il nuovo Tempio del Cuore Immacolato di Maria con la presenza del Cardinale Clemente Micara. Si era fatto realtà un sogno che era durato 28 anni, da quando il mese del luglio di 1924 si collocava la prima pietra. Noi vogliamo portare alla luce aspetti poco conosciuti di questo grande monumento che è diventato un simbolo del nostro quartiere Parioli, e del quale la parrocchia porta attualmente il nome: “Sacro Cuore Immacolato di Maria ai Parioli”.

 

 

Benedetto XV, l’iniziatore (1918)

L’origine di questa costruzione risale al pontificato di Benedetto XV, anno 1918. Erano quelli gli anni della nascita del quartiere Parioli. Questo quartiere nasceva nella zona settentrionale di Roma, dove nei tempi del tardo impero si potevano venerare parecchie catacombe, come quella di San Valentino. Già in quei tempi i Papi Giulio I e posteriormente Onorio I avevano aperto una cripta, dove si venerava la Madonna con l’invocazione “Sancta Dei Genitrix”. Il grande archeologo Marucchi scriveva: “I devoti dell’antiche memorie cristiane di Roma devono esser lieti che presso questo luogo tanto venerato e poi abbandonato per lunga età, sorga un’altra Basilica cristiana erede, per cosí dire, di quella di Papa Onorio; e che sorga sopra quella cripta veneranda onde insieme ai Martiri era venerata anche Maria Vergine, Regina dei Martiri, sulla cui immagine fu dipinto orsono quattordici secoli il titolo glorioso di: Sancta Dei Genitrix”. Benedetto XV accolse la donazione del terreno nel mese di settembre del 1918 e l’idea della costruzione di un tempio dedicato all’apostolo Giacomo Maggiore, di cui il Papa portava il nome, e ai quattro Santi Evangelisti, progettato dall’architetto Armando Brasini nel 1917. Ma era un progetto troppo grandioso. Quando Brasini pensò le linee generali del tempio, la costruzione aveva una pianta e uno sviluppo diverso dell’attuale, e cioè prima a croce latina e poi, su suggerimento del Papa, a forma rotonda somigliante ad un Tempio romano tipo Pantheon, pur essendo ispirato a varie chiese di Roma in forma circolare, le due in piazza del Popolo, quella di San Giacomo, di Sante Agnese, di San Carlo, di Sant’Andrea. Posteriormente dovette rinunciare al progetto nonostante l’approvazione del Papa. Già nel 1919, anche se non a nome suo, Benedetto XV autorizzò una commissione di mettersi in contatto con la Congregazione dei Missionari Clarettiani per farsi carico della costruzione del tempio.

Pio XI e la prima pietra (1924)

Morto Benedetto XV nel 1922 senza una decisione ferma, il nuovo Papa, Pio XI, non tarda ad occuparsi della erezione del nuovo tempio. Vuole che il Capitolo Generale dei Missionari Clarettiani si pronunci sull’accettazione o meno dell’impresa, il che fece il Capitolo in senso affermativo. Con documento del 1º gennaio 1923 il Papa comunica al Superiore Generale dei Missionari Clarettiani che al suo Istituto egli dava l’incarico di curare la edificazione del tempio monumentale ai Parioli. Conscio delle gravi difficoltà dell’opera Egli confidava nella divina Provvidenza, ed era ben lieto che il tempio portasse il nome del “Cuore Immacolato di Maria”. Non appena approvato dal papa Pio XI il progetto definitivo del tempio, l’architetto Brasini, per espresso volere del medesimo Pontefice, ne fece eseguire il modello in gesso, il quale venne esposto al pubblico nei saloni dell’Ambasciata di Spagna e quindi portato in Vaticano ed esposto nella Galleria Mantovani, dove il 13 dicembre fu visitato dallo stesso Pontefice (oggi possiamo vedere ancora il modello della cupola in un angolo della navata centrale del tempio). Il Sommo Pontefice Pio XI volle iniziare personalmente le feste progettate in occasione della posa della prima pietra. Infatti il giorno 20 maggio 1924, festività dell’Ascensione, il Papa ammetteva alla sua Messa nella sala del Concistoro 200 persone del Comitato promotore. Finita la Messa fu presentato al Papa il blocco di serpentino, che trovato per fortunata coincidenza presso le catacombe di S. Valentino, ai Parioli, fu la prima pietra del tempio. Su uno dei lati fu inciso: Dulce Cor Mariae esto salus mea. Il 1º giugno l’Em.mo Cardinale Basilio Pompilj, Vicario del Papa, presiedette la posa della prima pietra. Ricordiamo parte dell’annuncio rivolto al popolo di Roma con questo motivo: “Il tempio dedicato al Cuore di Maria e la cui erezione dagli stessi Pontefici venne affidata ai Figli che s’intitolano a questo Cuore, verrà costruita fra i poggi ridenti, rivestiti di ville e di verde dei Monti Parioli e dove si sta edificando un nuovo quartiere per soddisfare ai bisogni della crescente popolazione. Trovandosi in vicinanza della grande Via Flaminia questo nuovo tempio ne significherà ed adunerà le sacre memorie che dall’apparizione della croce al grande Costantino, dai venerandi sepolcri del Cimitero cristiano di S. Valentino, vanno alle edicole commemorative dell’arrivo delle preziose reliquie dell’Apostolo Sant’Andrea ed al ritorno trionfale del Pontefice Pio VII; ed il vicino Parco delle rimembranze dei soldati romani caduti gloriosamente nella guerra europea all’ombra del Santuario di Maria acquisterà il significato e come un nuovo profumo di pietà religiosa”. Concorsero più di 40.000 spettatori alla posa della prima pietra, collocata più o meno sotto il primo pilastro centrale destro della cupola. Gli operai murarono la pietra ed il tubo contenente la pergamena con le firme delle autorità e le medaglie nel blocco di travertino.

Il progetto definitivo (1924-1934)

Una volta posta la prima pietra il 1º giugno del 1924, cominciarono gli studi tecnici, la propaganda, la ricerca di fondi. Ma il passo più importante fu disegnare il progetto definitivo. La costruzione aveva una pianta e uno sviluppo assai diversi. Su l’insistenza di Benedetto XV si trasformò in una pianta rotonda a croce latina, creando un bel contrasto. Monsignor Tedeschini, poi cardinale, la definì come “la croce nell’aureola”. L’architetto D. Armando Brasini aveva fatto le linee generali del tempio. Quattro furono i progetti prima che fossero iniziati i lavori: 1917, 1919, 1920 e 1931. Su questa evoluzione scriveva lo stesso Brasini: “Il progetto aveva forma rotonda somigliante più ad un tempio romano tipo Pantheon, pur essendo ispirato su varie chiese di Roma in forma circolare come le due al Foro Traiano, le due in Piazza del Popolo, quella di S. Giacomo, di S. Agnese, di S. Carlo, di S. Andrea, oltre a quelle pagane trasformate in cristiane di S. Stefano e S. Bernardo… Il dover rinunciare a quest’opera era cosa veramente dolorosa, ma non mi mancò la protezione divina perché molto pregai l’Altissimo perchè mi aiutasse nel nuovo progetto, senza troppo rinunciare a quello che tanto onore aveva ricevuto. Il problema era arduo specie perché, convenuto di fare il Tempio a croce latina non era facile conciliare la forma rotonda esterna.. Per la verità oggi che il progetto è completato, non ho nulla da rimpiangere del vecchio”. Approvato il progetto definitivo fu indetta la gara d’appalto, vinta dalla ditta Fratelli Ciardi e Ciardi di Roma, che nel 1932 iniziò i lavori delle fondazioni inserendo nel terreno 2.000 pali di cemento capaci di sostenere 40 tonnellate raggiungendo profondità dai 15 ai 25 metri. Durante questo periodo la comunità dei missionari clarettiani abitava in un luogo chiamato “villino”, proprio nella zona dove si trova attualmente la Curia Generalizia, di fronte alla piazza della Rimembranza. Questo villino era una piccola e modesta dimora con travi di sostegno ai muri, con una cappellina e un salottino. Le strade della zona dei Parioli erano appena tracciate, e circolavano carri tirati da bestiame. Poi la campagna, con le pecore sui pascoli, tra viottoli che oggi si chiamano Piazza Euclide, Via del Sacro Cuore di Maria. Nel 1933, ultimate le fondazioni dell’abside e di due grandi cappelle, si proseguì con le restanti. Vennero iniziate le fondazioni dei 4 poderosi piloni centrali della cupola. A metà ottobre 1934 la Cripta era pronta. Lunghezza m 42, larghezza m 16. Il 21 ottobre venne benedetta da Monsignor Francesco Paseneci e aperta al culto dei fedeli, propio a motivo della beatificazione di Sant’Antonio Mº Claret, fondatore dei Missionari Clarettiani. Oggi questa Cripta è occupata dal famoso Presepe Poliscenico.

Nasce una nuova parrocchia (1936)

Nel 1934 i lavori sono ormai avviati. Entro i primi quindici giorni di ottobre tutto il sotterraneo è coperto e predisposta per il culto una parte della navata, lunga m. 42 e larga 16. L’anno 1935 i Reali di Spagna e quelli d’Italia nominano la Presidenza d’onore del Comitato Esecutivo femminile l’Infante Beatrice di Borbóne e S.A.R. la Principessa Maria di Savoia. Il 9 maggio 1936, il Card. Vicario di Roma, Marchetti Selvaggiani, erige per facoltà apostolica la Parrocchia pleno iure col titolo: SS. Cordis Beatissimae Virginis Mariae. Questa parrocchia nasce dalla divisione delle parrocchie di San Roberto Bellarmino e Santa Croce in Via Flaminia. Il 10 maggio ebbe luogo la solenne inaugurazione della nuova parrocchia, alla presenza di Mons. Francesco Pascucci, Segretario del Vicariato, delegato dal Vicario di Roma. La Congregazione Clarettiana era rappresentata del Rev.mo P. Filippo Maroto, Superiore Generale. Terminato il canto del Veni Creator il Cancelliere lesse la Bolla. Quindi si compirono tutti i riti dell’investitura del novello parroco, P. Gesù Goyeneche, il cui mandato fu assai breve. Il giorno 31 gennaio 1939 spirava serenamente dopo lunga malattia. Il nuovo parroco, P. Diego Luna, si consacrò con tutte le sue energie ad organizzare le Associazioni parrocchiali di spiritualità e di Apostolato. Il 19 giugno 1939 fu lui a benedire la prima pietra dell’Istituto Santa Giuliana Falconieri. Questo stesso anno il nuovo Papa, Pio XII, benediceva l’opera e a quanti concorrevano con offerte alla costruzione del tempio con queste parole: “La grandiosa costruzione oltre ad essere un monumento che aggiunge decoro alla bellezza dell’Urbe, sarà una testimonianza dell’amore e della devozione, che i fedeli di tutto il mondo nutrono per la Vergine Santa”. Il 7 giugno 1940, con l’inizio della seconda guerra mondiale, i lavori vengono sospesi per circa 10 anni.

La fine dei lavori? 1950-1952

Mentre tutto procedeva con alacrità, il nuovo parroco, P. Renato Logar, escogitò tutti i mezzi: scrisse lettere e memoriali, bussò a innumerevoli porte per raccogliere fondi, anche tra i propri parrocchiani. L’aumento della popolazione sui colli e sui versanti dei Monti Parioli determinò una rettifica di confini, imposta dall’erezione dell’altra parrocchia di S. Eugenio, in data 10 Maggio 1951. La fabbrica del tempio, proprio in questo periodo, stava per essere ultimata e tutto faceva prevedere la prossima inaugurazione. Così Francesco Versa, con vena poetica, contemplò la novissima chiesa di Piazza Euclide: “Partendo dai 19 metri si toccarono successivamente i 30 dei quattro arconi dell’anello della cupola, poi i 40 e finalmente i 45 della calotta provvisoria. Dopo un anno e mezzo, sullo sfondo verde cupo degli odorosi pini del Parco della Rimembranza, si stagliò nitido e lineare il basamento della futura cupola. Candido e ridente, come la fronte di una vergine, brillò, in un mattino primaverile, il timpano e tra le poderose colonne, ricollegate da candide mensole, il passante potè contemplare dei bizzarri squarci di azurro”. Nel mese di giugno di 1951 iniziò una pubblicazione di due pagine dove i fedeli potevano seguire ogni mese il progresso dei lavori. In questa semplice pubblicazione si potevano contemplare le fotografie, i nomi dei benefattori della parrocchia e di molti altri di tutto il mondo, i lavori eseguiti nel mese precedente e altre curiosità. La data dell’inaugurazione era ormai fissata, l’8 dicembre 1952. Pocchi credevano possibile il miracolo, ma arrivò. Il P. Renato Logar non ebbe la sodisfazione di essere presente alla cerimonia inaugurale del tempio, al quale si era dedicato con ardore. Qualche settimana prima dell’8 Dicembre 1952, era stato destinato dai superiori a Palermo, come parroco di un’altra importante parrocchia.

L’inaugurazione (7 Dicembre 1952)

Il giorno 7 dicembre era iniziato con un alba grigia e piovosa, ma nel pomeriggio splendeva il sole. La benedizione del tempio era prevista per le ore 16,00. A quell’ora giungeva l’Eminen-tissimo Cardinale Clemente Micara, Vicario di Sua Santità. Il tempio era pieno all’inverosimile e dalle cinque strade adiacenti continuava ad arrivare gente. Per la Congregazione dei Missionari Clarettiani erano presenti il P. Generale, Pietro Schweiger e il suo Consiglio, gli Ecc.mi Padri Larraona e Tabera, che diventeranno poi cardinali e i cui corpi riposano oggi nella Basilica, numerosi religiosi e religiose, autorità come il Sindaco della città e gli Ambasciatori di Spagna e di Colombia, e molte altre personalità. La cerimonia iniziò all’ora prevista. La processione era presieduta dal Cardinale mentre risuonava il canto delle Litanie, cantate dal Coro Polifonico Romano diretto dal Maestro Gastone Tosatto. Terminato il canto delle Litanie si trasferì il Santissimo Sacramento dalla cripta, situata dove attualmente c’è il Presepe Poliscenico, all’altare maggiore. Il Cardinale impartì a tutti la benedizione. Concluso questo rito si cantò l’Inno al Cuore di Maria del P. Luis Iruarrízaga. Il Cardinale si congatulò con la Congregazione per questa grande opera mariana. Di seguito venne offerto un rinfresco a tutti gli invitati nelle sale da pranzo della nuova Curia Generale. Il giorno seguente, solennità dell’Immacolata, si celebrò la Solenne Messa Pontificale alle ore 10,30.  Fu presieduta da S. E. Mons. Carlo Confalonieri, in quel tempo Segretario della S. C. dei Seminari. Il Coro Polifonico eseguì la “Messa in onore di Sant’Edoardo Re – composta nel 1933” di Licinio Refice. Nel pomeriggio iniziò il Triduo con la benedizione eucaristica impartita dal Cardinale Luigi Masella. Tutte le cerimonie inaugurali si chiusero il giorno 10 dicembre con la benedizione conclusiva impartita dall’Ecc.mo Mons. Luigi Traglia. Furono giorni di grandi e indimenticabili emozioni per tutti i partecipanti. Un’eredità che ancora oggi sfruttiamo.

I primi passi del nuovo tempio (1953-1955)

 Al  P. Agostino Gregori, giunto in parrocchia, quale sostituto del P. Logar, toccò fare gli onori di casa ai personaggi invitati alle svariate funzioni dell’inaugurazione del Tempio. Però subito comprese che un ingente lavoro incombeva sulle sue spalle. Presso il Tempio si stava terminando la costruzione della Curia Generalizia dei Missionari Clarettiani e della casa parrocchiale, inaugurata il 19 Marzo 1953, festa di San Giuseppe. Il numero di fedeli parve triplicarsi e mentre aumentava il culto era urgente l’abbellimento del Tempio.  Nella navata furono sistemati più di 150 banchi, fu comprato un grande tappeto per il presbiterio, paramenti sacri per le grandi solennità; fu terminata la pavimentazione delle cappelle; si diede inizio all’ambulatorio, fu inaugurato il grande organo, fu terminato l’Altare Maggiore. L’anno 1954 si celebra nel mese di maggio la Settimana Mariana alla quale partecipano come oratori gli On. Giulio Andreotti, Camilo Corsanego, Domenico Magri e Nicola Cavallaro. Dall’8 Gennaio 1955 il tempio custodisce la splendida lapide-ricordo della consacrazione dell’Urbe al Cuore di Maria. Si trova nella attuale cappella di Pompei, già di Fatima: ROMA GRATA ET MEMOR. Il donatore, propulsore e realizzatore dell’idea fu il Rev.mo Mons. Paolo Viti. All’inaugurazione della lapide era presente il Card. Clemente Micara, portatore di un telegramma del papa Pio XII. Il 23 Luglio 1955 Mons. Luigi Traglia consacrava l’altare maggiore, col mosaico del Cuore di Maria, la raggiera dorata e i due angeli in bronzo opera del Prof. Domenico Ponzi, rappresentanti S. Michele Arcangelo e S. Gabriele. La circostanza della data si doveva alla immediata consacrazione episcopale nel tempio di S.E. Mons. Giuseppe Sensi, eletto arcivescovo di Sardi e Nunzio in Costarica. Mons. Sensi apparteneva alla parrocchia del Cuore Immacolato di Maria e ci teneva molto a celebrare la consacrazione nel suo tempio parrocchiale.

QUADRO COMPARATIVO DELLE PROPORZIONI DELLA BASILICA

Basilica lunghezza larghezza
San Pietro in Vaticano 186 138
San Paolo Fuori Mura 120 60
San Giovanni in Laterano 93 60
Santa Maria Maggiore 86 72
Sacro Cuore Immacolato di Maria ai Parioli 81 57
Sant’Andrea della Valle 80 43
Sant’Ignazio 79 43
San Carlo al Corso 74 41
Chiesa del Gesù 68 45
 
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